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Sezione 3

Esempi di importanti differenze culturali e buone pratiche atte a superare eventuali problemi

Introduzione

“Unità nella diversità”

 

Utilizzato per la prima volta nel 2000, il motto dell’Unione europea “Unità nella diversità” sottolinea la capacità delle popolazioni europee di cooperare al fine di promuovere la pace e il benessere, preservando allo stesso tempo una combinazione unica di culture, lingue e tradizioni differenti.

Sfortunatamente, stigmatizzazioni e pratiche discriminatorie rimangono ampliamente diffuse e per molte persone, la diversità culturale e l’apprendimento interculturale rimangono inevitabilmente associate a potenziali conflitti. Se un eccesso di diversità può portare a smarrire il senso della propria identità, l’estrema omogeneità si può tradurre in una perdita di individualità¹.

Dal momento che insegnanti e studenti spesso non condividono lo stesso background etnico, culturale e sociale, tali differenze possono costituire una vera e propria sfida. Eppure, visti attraverso le lenti dell’interculturalità, i conflitti possono essere visti come un’opportunità di crescita, un’espressione neutrale di disaccordo fra due o più persone che può essere trasformata in uno scambio fruttuoso di opinioni, idee e punti di vista.

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1 Sandu, O., & Lyamouri-Bajja, N. (2018, 03). T-KIT 4 Apprendimento interculturale. Estratto dal Consiglio d'Europa e dall'Unione Europea. COE: https://pjp-eu.coe.int/en/web/youth-partnership/t-kit-4-intercultural-learning

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Guarda il video per saperne di più sui temi affrontati nel sezione n.3.

Le competenze interculturali sembrano essere un rimedio efficace ai conflitti.

Le competenze interculturali sono la base della comunicazione e costituiscono uno strumento efficace per formare cittadine e cittadini attivi: persone in grado di ascoltare, mettere in discussione e desiderose di individuare una soluzione comune a un problema, costruendo ponti fra mondi culturalmente diversi. Nonostante i conflitti siano in qualche modo inevitabili, è sempre possibile mappare le potenziali cause in modo da evitarle o trovare una soluzione comune. Così facendo, non solo le e gli studenti, ma anche le e gli insegnanti possono acquisire la consapevolezza e la sensibilità culturale necessaria.

In questo quadro, presentiamo come buona pratica l’“analisi degli incidenti critici”, ideata dall’antropologa e psicologa sociale francese Margalit Cohen-Emerique. Tale metodo consente alle e agli insegnanti di migliorare le proprie competenze interculturali e imparare a gestire la diversità in classe. Cohen-Emerique ci invita, infatti, a considerare le esperienze di shock culturale (o incidenti critici) come il punto di avvio di un’esplorazione della diversità culturale. Questa metodologia può essere adattata a diversi contesti ed esigenze specifiche, consentendo così l’adattamento. Inizialmente destinata ad assistenti sociali che si occupano di persone migranti, la metodologia è stata adattata anche ad altri campi ed è qui proposta per il contesto scolastico.

Sulla base di questi presupposti, la sezione n.3 fornisce alle e agli insegnanti una serie di attività volte ad aiutare le e gli studenti ad accogliere e rispettare la diversità culturale e linguistica, comprendere i valori sposati da persone dal diverso background culturale, contribuire alla creazione di un programma attento alle differenze culturali. Le attività dovrebbero essere svolte tenendo conto dei tre passaggi necessari ai fini dell’analisi degli incidenti critici (decentramento, comprensione dell’alterità e negoziazione) allo scopo di favorire l’acquisizione delle competenze interculturali.

Allo scopo di testare le conoscenze e le competenze necessarie per superare le differenze culturali, le e gli insegnanti sono invitati a completare il test, cliccando su “Verifica le tue conoscenze!”.

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Video

Obiettivi Specifici

Insegnanti:

  • Stimolare la capacità di pensiero critico delle e degli studenti

  • Gestire in maniera efficace le differenze culturali

  • Creare un ambiente sicuro e aperto al dibattito democratico e all’impegno

  • Prestare attenzione ai temi più delicati, quali genere, corpo, religione

Studenti:

  • Contribuire alla creazione di ambienti di apprendimento inclusivi

  • Eliminare i pregiudizi più diffusi

  • Rispettare le opinioni degli altri e imparare a superare situazioni conflittuali

Obiettivi / Risultati

Risultati di apprendimento

Insegnanti:

  • Applicare il metodo proposto da Cohen-Emerique ai fini dell’analisi degli incidenti critici

  • Riconoscere potenziali elementi di conflitto e ostacoli all’integrazione

  • Servirsi di approcci differenti per regolare le interazioni fra le e gli studenti e superare eventuali problemi legati alle differenze culturali

Studenti:

  • Individuare e riconoscere i propri pregiudizi

  • Servirsi di comportamenti appropriati per collaborare con gli altri e superare importanti differenze culturali

  • Servirsi di termini appropriati per parlare delle diverse culture

Buone Pratiche

 

La psicologa e sociologa Margalit Cohen-Emerique è nota per il suo approccio innovativo alla diversità culturale: l’analisi degli “incidenti critici”, o “shock culturali”. Il termine è stato utilizzato per la prima volta da J.C. Flanagan per descrivere una situazione in cui può nascere un problema, un conflitto o un malinteso a causa del contatto con un diverso contesto culturale che non si conosce abbastanza. Questo evento ha determinato delle reazioni intellettuali ed emotive, legate per lo più all’incomprensione, alla paura, alla sorpresa, a un senso di perdita. Se non riconosciuto, uno shock culturale può portare all’adozione di un atteggiamento difensivo che ostacola gli incontri interculturali .²

Al contrario, gli shock culturali possono essere riconosciuti, individuati e rielaborati. Costituiscono delle importanti occasioni per imparare, dal momento che spingono ad analizzare le proprie reazioni emotive per scoprirne le cause. Margalit Cohen-Emerique ha individuato tre momenti del processo che porta al superamento di uno shock culturale:

  1. Decentramento: nel corso della prima fase, è importante individuare le reazioni emotive allo shock culturale mediante l’autoanalisi allo scopo di adottare un atteggiamento il più neutrale possibile dal punto di vista culturale. Questo processo è essenziale per comprendere in quale misura il proprio quadro culturale di riferimento influisca sulle proprie relazioni e individuare le zone sensibili.

  2. Comprensione dell’Altro: in questo momento occorre concentrarsi sull’interlocutore, allo scopo di comprenderne i valori, evitando semplificazioni e stereotipi e tenendo conto dei fattori contestuali. Analizzando il modello di riferimento dell’altro, riusciamo a comprenderne i comportamenti, ma tale sforzo richiede una mente aperta e curiosa. È attraverso il confronto col proprio interlocutore che si riesce a capire l’impatto che il background culturale ha sul nostro modo di percepire gli altri.

  3. Negoziazione: in quest’ultimo passaggio, le differenze culturali vengono definitivamente superate mediante delle soluzioni che tengano conto dell’identità di ogni partecipante. È qui che si incontrano due mondi diversi per cercare di trovare un compromesso che preservi le caratteristiche individuali, ma in grado di resistere all’esigenza di chiudersi in sé stessi e nelle proprie convinzioni.

Mediante questo processo, la metodologia proposta da Cohen-Emerique Metodologia mira a individuare delle zone sensibili: degli elementi di contrasto nell’interazione fra diverse culture. Quando tali zone sensibili vengono colpite, si perdono i propri punti di riferimento e si vive, quindi, uno shock culturale. Tali zone riguardano gli elementi che hanno un valore fondamentale nelle diverse culture: ad es., ruoli, contatto fisico, concezione del tempo e dello spazio, religione, rapporto con il corpo³.

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2 Alessi, A.  et al. (2019). Programma di prevenzione della radicalizzazione. PRATICA: https://practice-school.eu/media/practice-radicalisation-prevention-program-en.pdf

3 WELCOMM. (2019). Materiale didattico. BENVENUTO: https://welcomm-europe.eu/training-material/

Buone Pratiche

ADATTAMENTO:

 

La metodologia di Cohen-Emerique può essere adattata a diversi contesti. A scuola, quando le e gli insegnanti devono fare fronte alla diversità culturale, diviene fondamentale concentrarsi prima sulla propria identità, i propri sentimenti e valori allo scopo di comprendere ciò che viene percepito come diverso e, in qualche modo, irritante.

Come implementare la metodologia degli incidenti critici a scuola?

Prima di spiegare l’importanza della diversità culturale alle e agli studenti, suggeriamo di analizzare il proprio background culturale e quadro di riferimento⁴.

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4 Adattato dal manuale di formazione DICE: https://cesie.org/media/DICE_Training-Manual_EN.pdf

Self-Reflection

Da’ un’occhiata all’attività di riflessione:

Potresti tenere un diario in cui prendere nota di quello che accade e degli elementi che ti turbano in un contesto interculturale.

Ecco alcuni spunti di riflessione​:

1. Non bisogna avere paura di sorprendersi, anzi è necessario lasciare trasparire la propria curiosità!

2. Analizzare la cultura con una prospettiva più ampia, tenendo conto di tutti gli elementi che la costituiscono.

3. Ricordare che le culture sono in continua evoluzione e soggette agli scambi.

4. Le persone sono il prodotto delle culture con le quali sono venute in contatto nel corso della vita.

5. Le differenze possono emergere solo grazie al confronto con gli altri.

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5 CESI. BODI: Manuale dell'insegnante. (2017, 06 30). CESIE: https://cesie.org/en/resources/bodi-teachers-handbook/
 

L’ analisi degli scenari è piuttosto comune allo scopo di applicare la metodologia di Cohen-Emerique in ambito educativo. Le questioni controverse possono generare dei sentimenti e delle tensioni forti in classe. Pertanto, è importante dare alle e gli studenti l’opportunità di analizzare diversi punti di vista, senza necessariamente fornire delle informazioni personali, e riconoscere sentimenti ed emozioni allo scopo di imparare a controllarli. Inoltre, analizzando questi scenari è possibile comprendere quale ruolo un insegnante deve assumere, imparare a mediare e stimolare la capacità di pensiero critico delle e degli studenti, nonché aiutarli ad esprimere il loro punto di vista.

I seguenti scenari possono essere utilizzati per potenziare le competenze interculturali. Per ciascuno di essi, invitiamo a riflettere in merito all’atteggiamento da adottare. Alcuni scenari sono tratti dai media, mentre altri sono stati ideati dal partenariato di TEACHmi, altri ancora, invece, si ispirano al progetto PRACTICE⁶. L’analisi di questi scenari può stimolare la discussione con altre colleghe e colleghi provenienti dal resto d’Europa.

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6 PRATICA - Prevenire il radicalismo attraverso le competenze di pensiero critico: programma di prevenzione della radicalizzazione (2019): https://practice-school.eu/media/practice-radicalisation-prevention-program-en.pdf

  • Scenario n.1: Diversa nazionalità
    Mary è una donna di origine gambiana e richiedente asilo in Portogallo. Ha lasciato il proprio Paese per difendere le sue due figlie che al momento della sua partenza avevano 2 e 4 anni. Ha scelto di andare via perché la sua famiglia e quella del marito avevano intenzione di sottoporre le bambine alla mutilazione genitale femminile. Hanno seguito un percorso di inserimento. Maria studiava all’università e le piacerebbe proseguire la propria accademica. Fin da piccole le sue bambine hanno frequentato l’asilo. All’interno dell’istituito si parla portoghese e le bambine hanno imparato la lingua. La loro prima lingua è l’inglese. Mary ha programmato la fuga in silenzio, preparato le bambine al viaggio verso un Paese di cui avrebbero dovuto imparare una nuova lingua e in cui avrebbero imparato cose nuove cose e essere felici. Tutti i componenti della famiglia hanno la pelle scura. Dopo due anni di permanenza in Portogallo, le figlie si sono adattate e hanno buoni rapporti con gli altri bambini, docenti e tutte le altre persone che fanno parte delle loro vite. Tuttavia Mary ha notato che le bambine si rivolgono in inglese alle persone dalla pelle scura, mentre usano il portoghese se hanno la pelle chiara. Spunti di riflessione: perché bambine e bambini usano lingue diverse in base al colore della pelle del loro interlocutore? Osservazioni: Le bambine e i bambini interagiscono con persone dalle diverse caratteristiche fisiche in contesti differenti (sociali, familiari, scolastiche) e parlando varie lingue. L’obiettivo è quello di rimuovere l’associazione diretta fra colore della pelle e linguaggio adottato. Approccio consigliati: Cerca degli articoli sul tema delle migrazioni, dell’inclusione e del linguaggio. Analizza il modo in cui i termini possono essere utilizzati in senso più o meno inclusivo. Stila un elenco dei termini più utilizzati e crea un glossario con le e gli studenti.
  • Scenario n.2: Identità culturale e linguistica
    Esempio riportato da una formatrice esperta. Racconta: “Ho una collega brasiliana. È bella, intelligente e divertente, segue un percorso di dottorato ed è responsabile delle pubbliche relazioni per un ente finanziario qui in Portogallo. Ma sai che cosa ha dovuto fare per adattarsi e ottenere quella posizione? Ha dovuto imparare a parlare portoghese. Attenzione, ovviamente sapeva già parlare portoghese, ma non con l’accento di un madrelingua. Ha perfezionato la sua dizione, perché dire "Bom djia!" al posto di "Bom dia!" le impediva di essere presa in considerazione. Quindi ha frequentato delle lezioni e ha dovuto assumere un mentore”. Spunti di riflessione: : È giusto imporre l’eliminazione di una caratteristica legata alla propria identità linguistica e culturale al fine di vedere riconosciuti i propri meriti? Tale imposizione implica che vi sia una sorta di gerarchia di prestigio fra le varie pronunce del portoghese. Per quale ragione bisogna distinguere fra le varie occasioni sociali e imporre dei livelli di accettabilità in ambito lavorativo o familiare? Osservazioni: In Portogallo, è possibile osservare degli atteggiamenti diversi nei confronti di persone provenienti da Paesi in cui si parla portoghese (Brasile, Timor Est e Paesi africani come Angola, Mozambico, Capo Verde, Guinea Equatoriale e São Tomé e Príncipe). Non è solo una questione di lingua o di accento, ma di convinzioni che si risvegliano quando si hanno delle resistenze nell’assumere qualcuno, per lo più per posti di responsabilità, nell’affittare una casa, nell’accettare che un figlio o una figlia si innamori di una persona di un’altra nazionalità. Eventi simili sono collegati a questioni connesse alla cittadinanza. L’educazione civica è una delle materie obbligatorie inserite nel curricolo scolastico per ottenere il diploma (https://www.dge.mec.pt/sites/default/files/ECidadania/Docs_referencia/citizenship_education_guidelines.pdf). Ad ogni modo permangono delle criticità poiché la possibilità di scegliere i libri di testo e la flessibilità concessa alle insegnanti e agli insegnanti al fine di gestire bene il programma in base alle esigenze e alle caratteristiche locali rendono problematico l’adozione di un orientamento pedagogico univoco. Approccio consigliati: Se vi sono degli episodi di discriminazione in ambito professionale, cerca di agire da referente. Discuti con le e gli studenti del concetto di cittadinanza e del legame con le lingue. Illustra il concetto di cultura e la necessità di evitare distinzioni fra culture “superiori” e “inferiori”.
  • Scenario n.3: Età ed etnia
    Questo caso è stato osservato in una scuola portoghese. Due giovani migranti sono stati inseriti in una seconda media, in cui l’età media era di 13 anni, benché avessero rispettivamente 17 e 18 anni. Sono stati ammessi a far parte dello stesso progetto per una ONG locale. Un ragazzo era di nazionalità siriana, mentre l’altro proveniva dal sud Sudan e comunicano fra loro in arabo. Non parlano portoghese, ma hanno avuto dei contatti con la lingua inglese nei centri per rifugiati in cui hanno vissuto. Nelle poche interazioni che hanno avuto coi loro compagni e insegnanti parlavano inglese. Si facevano compagnia. Alcuni insegnanti hanno notato il loro interesse e passione per il calcio. Insieme alla ONG ospitante hanno tentato di contattare alcune prestigiose squadre della città. Hanno effettuato le visite mediche, dato prova delle loro qualità e si sono uniti alla squadra under 19 del club. Spunti di riflessione: In che modo lo sport può favorire l’inclusione? Può contribuire ad accrescere la motivazione e al senso di accettazione nel Paese ospitante? Osservazioni: I due giovani trovato un gruppo di pari coi medesimi interessi e, attraverso lo sport, hanno potuto migliorare la loro idea di sé. Hanno ottenuto maggiori opportunità a scuola e sono stati accattati dai loro compagni, hanno una maggiore motivazione dal momento che per prendere parte alle attività sportive devono dare prova di impegno e riportare dei buoni risultati scolastici. Approccio consigliati: Adotta un atteggiamento curioso nei confronti degli interessi personali delle e degli studenti allo scopo di dare loro la possibilità di inserirsi in cui si sentono a loro agio. Nel caso in cui vi siano dei problemi, occorre andare alla ricerca di soluzioni pratiche, coinvolgendo altri colleghi e aprendosi alle richieste delle e degli studenti.
  • Scenario n.4: Saluti
    La tua scuola sta organizzando un’importante cerimonia di fine anno. Una delle insegnanti desidera congratularsi con uno dei suoi studenti, musulmano, che rifiuta di stringerle la mano. Suggerimenti per riflettere: In che modo gestiresti la situazione? Che ruolo svolge la religione in questo caso? Come interpreteresti la reazione dello studente? Osservazioni: Sebbene la maggior parte delle persone musulmane abbia l’abitudine di stringere la mano, alcune rifiutano il contatto fisico con una persona estranea di sesso diverso in segno di rispetto. Evitando la stretta di mano, si mostra di rispettare la soggettività dello studente. Inoltre, in questo caso potrebbe anche avere un peso la pubertà. Approccio consigliati: Evitare di fare distinzioni fra i diversi sistemi di valori. Discutere con le e gli studenti dell’importanza di salutarsi ed essere consapevoli dei diversi modi per farlo. Essere attenti nei confronti delle preoccupazioni delle e degli studenti e ricordarsi che essi sono alla ricerca della loro identità.
  • Scenario n.5: Posizioni conflittuali
    Durante una lezione emerge una discussione politica che crea opposizioni e tensioni tra i tuoi studenti sul tema dei conflitti e delle guerre. Suggerimenti per la riflessione: Come reagiresti? Hai mai discusso di politica con i tuoi studenti? Come affrontare situazioni simili se in classe emerge il tema della guerra/conflitto? Commento:le discussioni sui conflitti internazionali possono creare serie tensioni in classe, a causa di diversi fattori: coinvolgimento personale/familiare; un senso generale di protesta contro l'ingiustizia; compassione per le vittime della guerra; esperienze personali. I conflitti politici possono essere questioni delicate e controverse da discutere nelle classi scolastiche poiché gli studenti possono rappresentare parti diverse. Approccio suggerito: Seleziona alcuni eventi dalle notizie e discutili con i tuoi studenti, per fargli esprimere i loro sentimenti e pensieri Analizza il conflitto: di cosa si tratta? Quali sono le prospettive coinvolte? Crea uno spazio per il dialogo democratico su questioni controverse in classe, dove gli studenti possono esprimere i loro punti di vista, non essere d'accordo e interagire con i loro compagni Discutere di giustizia e ingiustizia Controlla attentamente se emergono proteste o critiche Con i tuoi studenti, cerca di identificare diverse possibilità per affrontare il conflitto: ad es. forum, donazioni.

Dopo aver letto gli scenari riportati qui sopra, pensa a una situazione nella quale hai dovuto avere a che fare con delle importanti differenze culturali in classe e cerca degli articoli dedicati ai temi del linguaggio, delle migrazioni e della formazione.

Quindi, segui il processo articolato in sei fasi,  PRACTICE⁷ (ispirato a ufuq.de: “The kids are alright”, 2018).

  • Fase 1: Non ritenere sempre e solo le differenze culturali e religiose la causa di ogni conflitto.

  • Fase 2: Prendi in esame le ragioni alla base dell’accaduto: dipendono sempre dalle esperienze passate delle e degli studenti?

  • Fase 3: Sii aperta/o e interessata/o e consenti alle e agli studenti di esprimere le loro opinioni.

  • Fase 4: Intervieni solo se strettamente necessario, ad es., quando rilevi degli atteggiamenti discriminatori o le e gli studenti sembrano avere la pretesa di proporre verità assolute.

  • Fase 5: Stimola la discussione analizzando i veri desideri delle e degli studenti e il modo in cui intendono vivere.

  • Fase 6: Adesso verifica il tuo operato: Che cosa devi fare per modificare il tuo approccio nei confronti della diversità culturale?

 

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7 PRATICA - Prevenire il radicalismo attraverso le competenze di pensiero critico: programma di prevenzione della radicalizzazione (2019): https://practice-school.eu/media/practice-radicalisation-prevention-program-en.pdf

Attività

Attività
Verifica le tue conoscenze

Strumento di valutazione ★3

Riferimenti bibliografici e link utili:

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